Genova: Prima nazionale di “Faust’s Box” opera contemporanea di Andrea Liberovici, al Teatro Duse dal 30 novembre al 4 dicembre 2016
Dopo il debutto alla Philharmonie di Parigi debutta in Italia
Faust’s Box
A TRANSDISCIPLINARY JOURNEY
di Andrea Liberovici
con la cantante Helga Davis, la direzione d’orchestra di Philippe Nahon
l’Ars Nova ensemble instrumental e la voce narrante di Bob Wilson
Teatro Duse di Genova
dal 30 novembre al 4 dicembre 2016
Dopo il debutto alla Philharmonie di Parigi il 17 settembre scorso, dove ha riscosso grande successo e attenzione di pubblico e critica, arriva in Italia al Teatro Duse di Genova, dal 30 novembre al 4 dicembre 2016, “Faust’s Box”, opera da camera contemporanea di Andrea Liberovici.
Strutturato in tredici scene – nel corso delle quali si aprono, uno dopo l’altro, i cassetti della memoria e delle illusioni di felicità – lo spettacolo, che rivisita il mito di Faust attraverso un “viaggio transdisciplinare”, ha come protagonista la cantante-attrice newyorkese Helga Davis, protagonista dell’ultima edizione di Einstein on the beach di Bob Wilson, il quale in Faust’s Box è interprete, prestando la propria voce, dell’ombra di Faust.
Sulla scena lo straordinario ensemble francese Ars Nova ensemble instrumental diretto, per la prima volta in Italia, da Philippe Nahon, abituato alla commistione fra musica e teatro anche perché direttore, per molti anni, di tutti i lavori musicali di Peter Brook.
Una scrittura scenica sincronica che, a partire dalla musica, si amplifica estendendosi a tutti gli altri elementi: dall’elettronica al testo e al movimento, dalle luci alle immagini.
‹‹Il Faust, come Goethe stesso l’ha definito, – scrive Andrea Liberovici, al quale è stato recentemente conferito il Premio Le Maschere del Teatro Italiano 2016 come migliore autore di musiche per il “Macbeth Remix” – è un’opera “incommensurabile”, al centro della quale c’è l’uomo. Faust appunto: un uomo che nel suo continuo interrogare se stesso, interroga di fatto anche tutta l’umanità contemporanea. Le grandi rivoluzioni della modernità e della tecnologia hanno certamente mutato in meglio le condizioni di vita, ma per paradosso hanno prodotto una società d’individui soli. Il racconto di Faust’s Box inizia da questa condizione. Un essere vivente, solo, continuamente sollecitato da un presente oscuro ma di assordante e prepotente “luminosità”, compie il suo “viaggio immobile” con se stesso e attraverso se stesso… davanti a un grande specchio. Faust’s Box è un’opera da camera contemporanea, una tragedia/commedia dell’ego e dell’immaginazione perché ogni cambiamento sociale gli è precluso dalla solitudine e l’unica mutazione possibile è quella del suo sguardo: da se stesso, molto faustianamente, agli altri. Mutazione che diventa esplicita alla fine, quando nello specchio Faust vedrà il pubblico oltre al suo riflesso, e capirà.
Goethe ha scritto che le scene del suo Faust sono come un elenco di “ballate popolari“ chiuse in se stesse e, grazie a questa suggestione ho immaginato una struttura, per questo viaggio, suddivisa in 13 scene/movimenti musicali. 13 è la somma delle lettere che compongono i due nomi di Faust e di Mephisto perché il nostro personaggio è entrambi. Ogni scena/movimento affronta un tema della sua memoria: l’amore, la giovinezza, il tempo, la felicità, la solitudine ecc. Una sorta di monologo interiore ma “sonoro” amplificato e udibile››.
FAUST’S BOX
A transdisciplinary journey
musica, testo e regia Andrea Liberovici
voce Helga Davis
direzione Philippe Nahon
con Ars Nova ensemble instrumental
narratore nell’Ombra (registrato) Bob Wilson
ghost writer (registrato) Ennio Ranabaldo
musicisti Ars Nova ensemble instrumental
clarinetto Éric Lamberger
percussioni Isabelle Cornélis, Elisa Humanes
violino Catherine Jacquet
viola Alain Tresallet
violoncello Isabelle Veyrier
contrabbasso Tanguy Menez
ombre in video Controluce Teatro d’Ombre
produzione Ars Nova ensemble instrumental
coproduzione Teatro del Suono / TAP Théậtre Auditorium de Poiters / Teatro Stabile di Genova
Teaser: Faust’s Box