Si accendono i fuochi magici in Romagna con la 23° edizione di Lòm a Mêrz 2023

Si accendono i fuochi magici in Romagna
23° edizione
Lòm a Mêrz 2023
da domenica 26 febbraio venerdì 3 marzo
 
Mezzadria, una lunga storia di Gente Comune

Lòm a Mêrz

La Romagna è una terra storicamente votata all’agricoltura. E l’agricoltura, come molte altre attività “all’aperto” era, ed è tutt’ora, soggetta alle avversità metereologiche. Così la tradizione contadina del passato voleva che per scongiurare la malasorte venissero fatti dei riti propiziatori, come i fuochi magici: i “Lòm a Mêrz” (i lumi di marzo). L’accensione di falò propiziatori intendeva celebrare l’arrivo della primavera e invocare un’annata favorevole per il raccolto nei campi, ricacciando il freddo e il rigore dell’inverno. Il suo significato era quello d’incoraggiare e salutare l’arrivo della bella stagione, bruciando i rami secchi e i resti delle potature. Per questa occasione, negli ultimi tre giorni di febbraio e nei primi tre di marzo, ci si radunava nelle aie, si intonavano canti e si danzava intorno ai fuochi (al fugarèn), mangiando, bevendo e soprattutto divertendosi. L’ Associazione “Il Lavoro dei Contadini” dall’ ormai lontano 2000, ha cercato di tracciare un nuovo solco con i Lumi a Marzo, con rinnovati obiettivi che intendono essere un invito per mettersi in viaggio in queste terre, nelle quali si trova ancora un amore per il cibo tipico, sano, dove viene a galla l’intima civiltà della campagna e l’appartenenza al mondo di piante, animali, riti, usanze, tradizioni e cultura contadina.

>> Scarica/Leggi il depliant (PDF) con tutti gli eventi in calendario

L’ edizione 2023

Dopo il tramonto, dal 26 febbraio al 3 marzo, l’ accensione dei fuochi nelle aie delle case di campagna in vari Comuni delle Romagna

Il programma prevede 31 eventi durante le 6 giornate dedicate ai Fuochi che si svolgeranno nelle aie di aziende agricole, agrituristiche e in ristoranti e altri luoghi della cultura rurale in diversi Comuni della Romagna.

L’edizione 2023 propone come tema “Mezzadria, una lunga storia di Gente Comune”, con l’obiettivo di avviare una riflessione originale su questa vicenda che ha avuto inizio molto tempo fa e che contrariamente a quello che si può immaginare, un po’ tutti ne facciamo parte.

Il contratto di mezzadria era molto diffuso nella nostra regione. Prevedeva che il proprietario mettesse a disposizione un’abitazione e il proprio terreno al contadino (mezzadro) che la doveva coltivare con il contributo del resto della famiglia, in cambio riceveva la metà dei prodotti raccolti, da questo il nome mezzadria parola derivante dal latino che significa “colui che divide a metà”.

Questo tipo di contratto agrario ha avuto origine nel Medioevo ed è stato utilizzato, nella nostra regione, fino agli anni 80 del Novecento, e ha quindi condizionato, per alcuni aspetti positivamente per altri invece negativamente, la vita sociale ed economica del nostri territori.

La Presidente, Lea Gardi ci racconta: “La famiglia mezzadrile ci ha insegnato e tramandato valori quali la parsimonia, l’economia circolare e il riciclo, una cucina di casa basata sulla stagionalità con produzioni a km zero, rispettosi della biodiversità, un’ agricoltura attenta all’ ambiente, l’ amore e la cura del territorio, la memoria di usi, costumi, riti e tradizioni.

Temi assolutamente attuali, anzi centrali e coerenti per un’ idea di sviluppo sostenibile. Il nostro obiettivo è stimolare una riflessione positiva sul patrimonio di valori e sulla memoria contadina che per noi in Romagna particolarmente legata al mondo della mezzadria, per trarne insegnamenti sia per il nostro presente, sia per le generazioni future”.

Riflessioni che saranno sviluppate e argomentate in occasione dell’incontro che si terrà alla Sala Bigari del Comune a Faenza, venerdì 3 marzo alle ore 18,00.

Al termine dell’incontro, presso la Galleria d’ Arte Molinella a Faenza, alle 19,00 sarà inaugurata la mostra “Da bur a bur”, dall’espressione dialettale “lavuré da bur a bur” (lavorare dall’alba al tramonto), a testimonianza dell’intensa attività lavorativa che la famiglia contadina svolgeva, abituata a non sprecare nemmeno un minuto di luce.

In esposizione strumenti di lavoro utilizzati dai contadini prima del fenomeno della meccanizzazione (anni 50 del 900), semplici attrezzi poveri di valore ma di alto contenuto simbolico che hanno la funzione di stimolare nei visitatori una riflessione sul mondo agricolo del passato rappresentato spesso come una realtà negativa e invece, per i curatori, una realtà ricca di insegnamenti e valori ancora oggi di attualità.

Provenienti dalla collezione privata di Luigi Franzoni, socio fondatore de “Il Lavoro dei Contadini” gli strumenti utilizzati per la preparazione del terreno, quelli per la semina, la mietitura e la battitura del grano, sono esposti in mostra secondo i ritmi dettati dalla Natura e rappresentano l’esempio più chiaro del coinvolgimento dell’intera famiglia mezzadrile alle attività lavorative, mentre le riproduzioni di opere di artisti romagnoli accompagnano questa “storia” che ha avuto origine fin dal Medioevo.

Un Lòm a Mêrz che, con un tema dedicato ai valori e agli insegnamenti della famiglia mezzadrile, sarebbe piaciuto anche a Italo Graziani, nostro indimenticato e indimenticabile fondatore!

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L’evento è realizzato con il contributo di: Comuni di Brisighella, Casola Valsenio, Faenza, Imola, Riolo Terme, BCC Ravennate Forlivese e Imolese, BCC Romagna Occidentale, in collaborazione con Il Lavoro dei Contadini in Romagna-Comunità Slow Food, IF Imola Faenza Tourism Company, Slow Food Condotta di Ravenna, Tempi di Recupero, Chef to Chef, Accademia Medievale e Rione Verde – Faenza, Musica nelle Aie.

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Un sentito ringraziamento:
– agli Autori dei contributi sul tema della mezzadria, Liliana Vivoli, Vincenzo Tronconi, Everardo Minardi, Mario Costa, Antonio Venturi, Ettore Pezzi, Mirco Villa, Carlo Catani, Gianna Giani, Beppe Sangiorgi, Lea Gardi, Franco Chiarini, Daniela Ponti

– per il convegno a Liliana Vivoli, Valtiero Mazzotti, Carlo Catani Massimo Isola,

– per la Mostra a Bruno Bandini, Davide Bandini, Flavio Bubani, Gianmarco Carcioffi, Giorgio Cicognani, Pietro Conti, Luigi Franzoni, Gianna Giani, Dino Landi, Pietro Lenzini, Luigi Melloni, Laura Montanari, Daniela Ponti, Mirco Villa, Pinacoteca Comunale-Faenza, Galleria Nazionale d’Arte Moderna-Roma, Collezione Salce-Treviso, gli studenti dell’Istituto Professionale “Persolino-Strocchi”

– per il progetto grafico ed editoriale a Marilena Benini

– per la Stampa a Carta Bianca, Faenza

– per la gestione del programma e delle attività sui social media a Thomas Venturi de “Le Officine del Web”

– a tutti coloro che hanno collaborato e che collaboreranno a questa edizione dei Lòm a Mêrz.

 

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Chi siamo

“IL LAVORO DEI CONTADINI” nasce dalla volontà “spontanea e autonoma” di gruppo persone che si incontrano nel 2000 in occasione della partecipazione ad un corso di formazione sul Marketing Territoriale.

“Il lavoro dei contadini” è il nome che Paul Scheuermeier aveva dato come titolo a due volumi nati da un lungo viaggio nelle campagne Italiane dopo la prima guerra Mondiale.

Dal 2008 è costituito come Associazione, con oggi 15 soci, che hanno un obiettivo comune: promuovere il territorio, valorizzando i prodotti eno-gastronomici tipici, la “cucina di casa”, cercando di recuperare e trasmettere tradizione, arte, cultura contadina e i valori “antichi” del mondo rurale, l’ amore per la Romagna, attraverso iniziative che, in base alle occasioni e agli eventi, coinvolge aziende agricole e agriturismi, artigiani, artisti, giornalisti, scrittori, comunità e associazioni, istituzioni e organismi pubblici e privati.

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Per informazioni
IL LAVORO DEI CONTADINI APS
Faenza (Ra)

E-mail: illavorodeicontadini@libero.it
Sito web: illavorodeicontadini.org

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