Repubblica dell’Africa nordorientale; confina a nord-est con Israele, a sud con il Sudan, a ovest con la Libia ed è bagnato a est dal mar Rosso e a nord dal mar Mediterraneo.
La valle del Nilo divide il territorio egiziano in due parti: a ovest il deserto libico od occidentale, e a est il deserto arabico od orientale. Quest’ultimo è costituito da una regione montuosa solcata da corsi fluviali fossili che tendono verso la Valle del Nilo; essa termina sul golfo di Suez e sul mar Rosso con una breve cimosa pianeggiante. Il deserto Libico è invece un territorio piatto e sabbioso, costituito da tavolati che raggiungono l’altitudine massima di 1.934 m nel Gebel el Auenat. Eccetto tali rilievi periferici, è caratterizzato da depressioni che si aprono nella parte centrale e settentrionale e che rappresentano la particolarità di questo deserto. La depressione più estesa è quella di Qattara, fiancheggiata da quella più piccola di Siwa. Altra depressione è El-Faiyum, non lontana dal Nilo, da cui riceve artificialmente le acque, tramite un antico canale che ne alimenta la ricca oasi. Il deserto libico si affaccia al Mediterraneo con una costa formata a ovest da basse scarpate rocciose; il litorale assume una morfologia particolare in corrispondenza del delta; infatti lungo il suo contorno si succedono caratteristiche lagune (duheiret) chiuse da cordoni sabbiosi.
L’estremo lembo orientale del paese è costituito dalla penisola del Sinai, tra i Golfi di Suez e di Aqaba. È un territorio montuoso che culmina a sud nel Gebel Caterina (2.637 m).
Il fiume per eccellenza dell’Egitto è il Nilo, che percorre in territorio egiziano ben 1.508 km; il suo regime è determinato da quelli dei suoi due rami sorgentiferi: il Nilo Azzurro, da cui dipendono le piene estive, e il Nilo Bianco, che mitiga le secche autunnali. Le dighe oggi controllano totalmente il fiume, le cui acque in passato inondavano il terreno, fertilizzandolo naturalmente. Il primo grande sbarramento fu quello di Qalyub, poco a monte della biforcazione dei rami deltizi di Rosetta e Damietta, cui seguirono quelli di Isna, Asyud, Nag ’Hammadi; la diga più importante è quella di Assuan, costruita all’inizio del secolo e più volte ingrandita, cui si è aggiunta recentemente la Diga Alta che ha portato alla formazione del lago Nasser (in parte sudanese).
Il clima ha caratteri desertici: temperature elevate, forte escursione termica giornaliera, precipitazioni scarsissime, tranne sulla costa mediterranea.
La capitale è Il Cairo, una metropoli di oltre 13 milioni di abitanti, cui fanno da appendice grosse città satellite, come El Giza, Imbaba, Heliopolis (in pieno deserto), El Matariya ecc.; oltre a essere un centro culturale e artistico di grande interesse, ospita le maggiori imprese commerciali e industriali. Alessandria, sul Mediterraneo, è una tipica città portuale di aspetto prevalentemente europeo; benché in parte decaduta con la chiusura del canale di Suez, rimane comunque il primo porto del paese. Città portuali sono anche Porto Said e Suez, valorizzate dalla loro posizione sul canale di Suez, dal 1975 riaperto alla navigazione.
Altre città sono Tanta, El Mansura, Damanhur e nella valle del Nilo sorgono El Minya, Asyut, Qena, Luxor, Awan, tutte costruite su antiche città faraoniche.
L’Egitto è un paese povero, con un tasso molto alto di disoccupazione e di analfabetismo e con un’economia basata sull’agricoltura che vive sullo sfruttamento delle acque del Nilo. Il settore agricolo ha subito una radicale riforma promossa dal nuovo regime repubblicano: ridistribuzione della proprietà fondiaria, diversificazione delle colture, incremento della superficie coltivabile, mediante grandi opere idriche sul Nilo. La principale coltura è il cotone, largamente diffusa è anche la canna da zucchero; sesamo, arachidi, lino, ulivo si aggiungono alle due colture principali. Notevole incremento ha avuto l’agrumicoltura, mentre per i datteri l’Egitto si colloca al primo posto nel mondo insieme con l’Arabia Saudita.
Tra i cereali prevale il mais, seguito da frumento, riso, miglio. Patate, pomodori, cipolle, fagioli, fave, cavoli sono prodotti di largo consumo, ma sono in parte anche esportati.
L’allevamento è poco sviluppato, se si eccettuano gli animali da cortile. Ovini e caprini sfruttano i terreni marginali e poveri della valle del Nilo; per i bovini si ricorre alle colture di foraggio. Scarso rilievo economico ha la pesca, che viene praticata negli stagni e nei laghi del delta; spugne, coralli e madreperla si aggiungono ai prodotti ittici.
Le risorse minerarie non sono particolarmente importanti, anche se nel 1975 sono stati restituiti all’Egitto i ricchi giacimenti petroliferi del Sinai, passati in mano israeliana nel 1967.
Oltre al petrolio, l’Egitto dispone di fosfati e sale marino, cui si aggiunge zolfo, amianto, manganese e minerali di ferro.
La produzione di energia è per metà di origine termica e per metà di origine idrica.
L’industria ha strutture piuttosto modeste, tuttavia sono stati creati alcuni complessi siderurgici e meccanici, essenzialmente stabilimenti di montaggio di autoveicoli, mentre un notevole impulso è stato dato all’industria chimica, specie dei fertilizzanti azotati.
La maggiore industria è tuttora quella cotoniera, che oltre a coprire il fabbisogno nazionale, riesce a produrre per l’esportazione; attiva è la produzione della seta e in espansione il settore delle fibre artificiali.
Gli altri settori principali riguardano la lavorazione dei prodotti agricoli locali (zuccherifici, complessi molitori, pastifici, birrifici, oleifici, conservifici, distillerie di alcool); di qualche rilevanza la manifattura del tabacco, interamente importato. Sono inoltre attivi cementifici, cartiere, fabbriche di pneumatici, di apparecchiature elettriche, oltre naturalmente alle raffinerie di petrolio e ai complessi petrolchimici.
INFORMAZIONI UTILI
Documenti per l’ingresso: Passaporto valido oppure, in caso di SOLO turismo, la carta d’identità che abbia una validità residua di almeno tre mesi.
Il Visto, obbligatorio è ottenibile presso i Consolati e Ambasciate d’Egitto oppure direttamente negli aeroporti; nel caso di ingresso in Egitto con la carta d’identità, il visto verrà apposto su un apposito tagliando da compilare all’arrivo previa consegna di due foto tessera (si consiglia di averle dietro).
info: Ambasciata d’Egitto Via Salaria, 267- 00199 Roma. Tel: 0684401976 / 068540734 / 068542603 / 068542646. Fax: 068554424.
Sez. Consolare: tel. 068440191; fax: 0685301175
SCHEDA
Abitanti 59.200.000
Superficie 1.001.449 km2
Densità 59 ab./km2
Capitale Il cairo
Governo Repubblica presidenziale
Moneta Lira egiziana
Lingua Arabo
Religione Musulmana sunnita, cristiana copta
STORIA
Sotto il nome di età predinastica si indica il periodo della preistoria delle civiltà egizie antecedenti il 3000 a.C. Gli insediamenti, inizialmente di piccole dimensioni (nomi) tendono sempre più a ingrandirsi e a unificarsi, fino a dare vita a due agglomerati ben distinti: l’Alto Egitto che occupava la zona della valle del Nilo a sud, e il Basso Egitto, che occupava la regione settentrionale del delta del fiume. I documenti giunti fino a noi testimoniano un processo di unificazione, in seguito a una lunga lotta di predominio sull’intera regione che terminò con la vittoria della civiltà della Valle. Narmer (o Mènés, 3200-2778 a. C) fu il primo re che governò su tutta la regione. La data dell’unificazione è ancora molto discussa tra gli storici, e viene fatta risalire attorno al 3060 o più recentemente al 2850. Molte testimonianze di queste civiltà sono giunte intatte fino a noi, come la statuetta della donna egizia che macina il grano, risalente al 3300 a. C. e conservata al museo archeologico di Firenze.
Nell’anno 2686 viene fatto risalire l’inizio della dinastia menfita, rispettivamente la III e la IV dinastia dei faraoni d’Egitto, coincidente con il periodo di massimo splendore. Delle prime due dinastie che precedettero l’età menfita (dal nome della capitale Menfi), dette dinastie thinite (dalla città di Thinis), si sa ben poco. La monarchia thinita fu al centro di continue guerre con le vicine popolazioni per il predominio della zona (probabilmente contro le popolazioni libiche fino al confine del Sinai). I faraoni governavano come monarchi assoluti, dei quali era riconosciuto il carattere divino. Erano infatti considerati l’identificazione con la divinità Horus. Il trasferimento della capitale a Menfi diede inizio alla dinastia menfita, fondata da Gioser I, sotto il cui regno viene costruita la prima piramide a gradini a Saqqara. La sua dinastia durò solo poco più di cinquant’anni, e la IV dinastia fu iniziata da Snefru attorno al 2500 a. C. circa. La fortuna della nuova dinastia si fondò in parte sulle importanti vittorie militari riportate in Libia, in Nubia e nel Sinai. Sotto i suoi predecessori (Cheope, Chefren e Micerino) l’Egitto conobbe un periodo di immensa fortuna, simboleggiato dalle piramidi perfette di Giza e Dahshur. Durante la V e la VI dinastia il potere dei faraoni diminuì notevolmente, a favore dei sacerdoti, e ciò fece da preludio a un periodo di anarchia, di lotte sociali molto accese e di invasioni da parte dei vicini beduini.
Dalla settima alla decima dinastia con il periodo intermedio si ha una fase (2260-2160 a. C.) di torbidi politici e sociali. Il re Mentuhotpe II riuscì a riunificare il territorio egiziano, dando inizio a quello che gli storici identificano come Regno Medio. Sotto la sua dinastia (l’undicesima) l’Egitto inizia un altro periodo di espansionismo, indirizzato verso sud in Nubia, nell’Etiopia e in Sudan. Oltre all’occupazione delle terre vicine, i faraoni egiziani dovettero affrontare il pericolo delle invasioni nella zona orientale del Delta. Per difendersi dai beduini furono fatte erigere opere murarie di fortificazione e difesa. L’occupazione di nuove terre diede un notevole impulso agli scambi commerciali, specie di avorio e oro. Era praticato anche il traffico di schiavi dalle regioni più interne dell’Africa. La flotta egiziana solcò le rotte per tutto il Mediterraneo, entrando in contatto con le civiltà di Creta, Cipro e della Cilicia. Al rifiorire del commercio corrispose un periodo fortunato per quanto riguarda l’arte: si fa risalire a questo periodo la nascita della letteratura, con poemi religiosi, poesie e favole popolari.
Con l’undicesima e dodicesima dinastia (2160-1785 a. C.) si ha il medio impero o primo impero tebano. L’Egitto conquista la Siria e la Nubia. Dalla tredicesima alla diciassettesima dinastia (1770-1580 a. C.) nel secondo periodo intermedio si ha l’invasione degli hyksos venuti dall’Asia. Il periodo dalla diciottesima alla ventesima dinastia è contraddistinto dal nuovo impero o secondo impero tebano (1580-1085 a. C.). L’Egitto è una delle grandi potenze dell’Oriente. Regnano in questo periodo Tutmosi III, Amenofi IV l’eretico, divenuto Akhénaton, e Ramsete II.
Nel 1085 a. C. si ha la fine dell’unità egiziana e dinastie straniere o nazionali si alternano al potere (dalla ventunesima alla ventiseiesima dinastia). Il paese subisce l’invasione da parte degli Assiri. STORIA MODERNA
Nel 525 a. C. il persiano Cambise conquista l’Egitto. In questo periodo si succedono re persiani e indigeni (dalla ventisettesima alla trentesima dinastia). Nel 332 a. C. l’Egitto viene conquistato da Alessandro Magno, al quale succedono i Lagidi o Tolomei, dinastia greca.
Nel 30 a. C. l’Egitto passa sotto la dominazione romana e si diffonde il cristianesimo. Fra il 395 e il 639 è nell’ambito dell’impero bizantino. La chiesa egiziana diventa la chiesa copta.
Nel 642 le truppe di Amr conquistano il paese e, integrato nell’impero musulmano degli Omayyadi e poi degli Abbasidi, l’Egitto viene islamizzato (642-868): i copti rappresentano solo un quarto della popolazione nel 750. Fra l’868 e il 905 i Tulunidi, affrancati dalla tutela degli Abbasidi, governano il paese, sostituiti nel 969 dai Fatimidi, dinastia di sciiti ismailiti, che fondano Il Cairo e l’università di al-Azhar (973). Nel 1171 prende il potere Saladin e la dinastia ayyubide, che egli ha fondato, s’impadronisce di gran parte degli stati latini del Levante e restaura il sunnismo. Fra il 1250 e il 1517 la casta militare dei mamelucchi domina il paese e vi sviluppa un’amministrazione efficace. Con loro (fino al 1805) l’Egitto è una provincia ottomana governata da un pascià, nominato ogni anno. Successivamente viene occupata dalle truppe francesi comandate da Bonaparte (1798-1801).
Méhémét Ali, che si è dichiarato pascià a vita, massacra i mamelucchi (1811), modernizza il paese e conquista il Sudan (1821). Nel 1867 Ismail Pascià ottiene il titolo di khédivé (viceré) e nel 1869 viene inaugurato il canale di Suez; l’Egitto, non potendo più assicurare il pagamento dei debiti contratti, deve accettare che i posti chiave del governo siano occupati da francesi e inglesi, e successivamente solo da questi ultimi. Nel 1882 l’insurrezione nazionalista di Urabi Pascià viene repressa e nel 1898 gli inglesi stabiliscono il condominio anglo-egiziano sul Sudan dopo la rivolta mahdista. Nel 1914, mettendo fine alla sovranità ottomana, il protettorato britannico sostituisce il regime di assistenza al khédivé; esso viene soppresso nel 1922. Sotto il regno di Fuad I, il partito nazionalista Wafd, presieduto da Sad Zaghlul e poi da Nahhas Pascià a partire dal 1927, lotta per ottenere l’indipendenza effettiva. Nel 1936 il trattato anglo-egiziano conferma l’indipendenza dell’Egitto, che accetta la dislocazione di truppe britanniche sul proprio territorio. Sotto Farouk I, i Fratelli musulmani radicalizzano il movimento nazionalista, che si rafforza ulteriormente dopo la disfatta inflitta alle armate arabe da Israele (1948-1849).
Nel 1952 gli ufficiali liberi, guidati da Néguib e Nasser prendono il potere e un anno dopo viene proclamata la Repubblica. Nel 1954 Nasser diventa l’unico padrone del paese, ottiene dai sovietici i finanziamenti per la diga di Assuan e nazionalizza il canale di Suez; questo provoca un conflitto con Israele e l’intervento militare franco-britannico. L’Egitto e la Siria (1958-1961) formano la Repubblica araba unita presieduta da Nasser. Nel 1967 l’Egitto viene sconfitto nella guerra dei sei giorni e nel 1970 Sadat succede a Nasser. Nel 1973 la guerra del Kippur si conclude in modo vantaggioso per l’Egitto. Nel 1979 a Washington, viene firmato il trattato di pace con Israele, secondo gli accordi di Camp David. Nel 1981 Sadat viene assassinato da estremisti islamici e H. Mubarak diventa presidente della Repubblica; un anno dopo l’Egitto recupera il Sinai. Messo al bando dal mondo arabo, dopo la firma del trattato di pace con Israele, l’Egitto vi si riavvicina a partire dal 1983-1984. Sotto le pressioni dei fondamentalisti musulmani, si procede a una certa islamizzazione delle leggi, della Costituzione e dell’istruzione. Nel 1991, durante la guerra del Golfo, l’Egitto partecipa alla forza multinazionale. Dopo il 1993 il governo esercita una severa repressione contro gli integralisti islamici, che moltiplicano gli attentati.
Info: http://www.egypt.travel/it (Italiano)