Repubblica dell’America centrale, confina a nord con l’Honduras, a sud con la Costa Rica, ed è bagnata a est dal Mar delle Antille, e a ovest dall’oceano Pacifico.
Il tratto più distintivo del territorio è la grande depressione centrale, in parte invasa delle acque dei laghi Managua e Nicaragua, che occupa circa i due terzi del territorio, e che costituisce l’elemento di separazione delle due Americhe. Verso ovest si stende un’esigua fascia pianeggiante, molto fertile e densamente popolata, che si affaccia al Pacifico con una costa bassa e rettilinea. In questa regione tra la depressione e la costa sorgono innumerevoli vulcani (Momotombo, Momotombito, Chonco, San Cristòbal ecc.), di cui alcuni di formazione assai recente, come nel caso del Cerro Negro, 300 m, formatosi nel 1850.
Due catene montuose (Cordigliera Isabella e monti di Huapi) separano la depressione del Nicaragua dalla Costa del Los Mosquitos, ampia pianura orientale affacciata al Mare Caraibico, per lo più malsana e paludosa.
La vicinanza dello spartiacque alla costa determina la brevità dei corsi tributari del Pacifico (Estero Real, Rio Grande del Sur); sviluppo maggiore hanno invece i tributari del Mar dei Caraibi; tra essi il più importante è il Rio Coco, o Segovia, lungo 750 km che traccia il confine con l’Honduras. Altri fiumi di portata significativa sono il Rio Grande de Matagalpa, l’Escondido e il Rio San Juan. Al Mar dei Caraibi tributano anche i laghi della grande depressione.
Il Nicaragua ha un clima tropicale, caldo e umido, temperato dall’altitudine.
Unico grande centro economico politico amministrativo è la capitale Managua.
Altre città sono León, che è il principale centro culturale, Granada, Masaya e Esteli.
L’economia del Nicaragua ha presentato in passato una struttura assai squilibrata, pesantemente assoggettata al capitale statunitense. Successivi regimi dittatoriali e guerra civile hanno contribuito a mantenerlo il paese più povero dell’America centrale.
I principali prodotti alimentari, ottenuti con tecniche tradizionali e poco redditizie, destinati al mercato interno sono il mais, il riso e il sorgo, la manioca e alcuni prodotti ortofrutticoli, come patate, fagioli, ananas, agrumi; più significativa è la produzione delle colture di piantagione, in particolare caffè, principale prodotto d’esportazione, cotone, canna da zucchero, cacao e banane.
Lo sfruttamento delle foreste permette la produzione di essenze pregiate, come mogano, cedro e palissandro.
Un settore in fase di sviluppo è quello zootecnico incentrato sull’allevamento bovino, affiancato da quello suino e dei volatili da cortile.
La pesca è praticata soprattutto lungo la costa atlantica ed ha rilevanza prettamente locale.
Le risorse minerarie non sono molto ingenti, rappresentate da modeste quantità di oro, argento, rame, piombo e zinco.
Assai modesta è anche la produzione dell’energia elettrica per lo più di origine termica.
L’industria manifatturiera si basa essenzialmente sulla lavorazione dei prodotti locali, (zuccherifici, birrifici, manifatture di tabacchi, conservifici per la carne, cotonifici). Sono inoltre in funzione una raffineria di petrolio a Managua, alcuni cementifici e un cantiere navale presso Puerto Cabezas.
STORIA
Scoperto dagli spagnoli nel 1521, il Nicaragua viene unito alla capitaneria generale del Guatemala. Nel 1821 viene proclamata l’indipendenza del paese. Nel 1838, dopo la scomparsa delle provincie Unite d’America centrale, il Nicaragua diventa una repubblica. Nel 1850 gli Stati Uniti e la Gran Bretagna rinunciano a ogni conquista territoriale nella regione. Tra il 1855-1857 un avventuriero americano, William Walker, conquista il paese. Nel periodo dal 1858 al 1893 i conservatori si succedono al potere. Tra il 1893 e il 1909 il dittatore José Santos Zelaya porta avanti una politica anticlericale e nazionalista.
Un colpo di stato conservatore, sostenuto dagli Stati Uniti, porta al potere nel 1909 Adolfo Díaz. Negli anni successivi, questo, chiede l’intervento degli americani che occupano il paese. Nel 1934 Augusto César Sandino, che ha guidato la guerriglia contro l’occupazione americana viene assassinato. Dal 1936 al 1956 Anastasio Somoza si impadronisce del potere e impone la propria dittatura fino al suo assassinio. Dal 1956 al 1979 il Nicaragua vive sotto la dominazione del clan Somoza. Nel 1978, l’opposizione, unita nel Fronte Sandinista, avvia l’insurrezione. L’anno successivo Anastasio Somoza Debayle abbandona il potere. Viene insediato un nuovo regime. Nel 1980 i moderati lasciano il governo. Il Nicaragua si avvicina a Cuba e all’URSS.
Nel 1983 gli Stati Uniti sostengono economicamente e militarmente i controrivoluzionari (contras). Nel 1984 il sandinista Daniel Ortega viene eletto alla presidenza della repubblica. A partire dal 1987 il Nicaragua firma con quattro paesi dell’America centrale (Costa Rica, Guatemala, Honduras, Salvador) accordi tesi a ristabilire la pace nella regione. Nel 1990 la candidata dell’opposizione Violeta Chamorro viene eletta alla presidenza della repubblica. Essa avvia una politica di riconciliazione nazionale con i sandinisti. Nel 1995 viene adottata una nuova costituzione che consolida il processo di democratizzazione.
SCHEDA
Abitanti 5.628.517 ab.. (2008)
Superficie 130.000 km2
Densità 38,8 ab./km2
Capitale Managua (1.617.096 ab. – 2004)
Governo Repubblica presidenziale
Moneta Cordoba oro
Lingua Spagnolo, creolo-inglese, lingue amerindie
Religione Cattolica
Info: www.visitnicaragua.us (Inglese)