Repubblica presidenziale dell’America Meridionale, confina a ovest con la Colombia, a sud con il Brasile, a est con la Guyana, e si affaccia a nord-est sull’Atlantico e a nord sul mar delle Antille.
Nel territorio si possono distinguere fondamentalmente tre zone. Il settore settentrionale è costituito dalle estreme propaggini del sistema andino, le quali si diramano in due catene: la Sierra de Perijà, che si allunga su un tratto del confine con la Colombia e la Cordigliera di Mérida, con la sua vetta principale, il Pico Bolìvar (5.007 m), che si dirige verso nord, digradando poi su una catena di altezze più contenute che corre parallela alla costa. Tra le due catene si estende una vasta area depressionaria, occupata in buona parte dalla laguna di Maracaibo.
Il settore centrale del Venezuela è costituito dalla grande pianura alluvionale dei Llanos che si estende dalle pendici montuose fino all’Orinoco.
Tutto il settore meridionale del paese consiste in una serie di tavolati (600-700 m di media) costituenti la parte occidentale dell’Altopiano della Guyana. Quest’ultimo si eleva, al confine col Brasile e con la Guayana, nella Serra Pacaraima, raggiungendo nel Pico Roraima i 2.722 m.
L’asse idrografico del paese è il fiume Orinoco: esso nasce presso il confine meridionale e attraversa interamente il territorio disegnando un vasto arco; riceve l’apporto di numerosi affluenti, come il Caura, il Caroni, l’Arauca, l’Apure, e sfocia nell’Atlantico attraverso un vastissimo delta (25.000 km2).
Il clima è equatoriale, caldo umido, con escursioni termiche molto contenute e precipitazioni solitamente cospicue.
Capitale del Venezuela è Caracas, gigantesca metropoli (3,3 milioni di abitanti) in continua e vertiginosa crescita: alla sua ricchezza fa stridente contrasto la più assoluta indigenza della popolazione che si ammassa nelle bidonville della periferia.
Altra città di grande importanza è Maracaibo, divenuta un grande centro grazie ai vicini giacimenti petroliferi. Altri centri notevoli sono Valencia, Barquisimeto (grande nodo di comunicazioni e commerci), Maracay (importante mercato agricolo).
La fondamentale risorsa venezuelana è costituita dal petrolio, di cui il paese è fra i massimi produttori del mondo. Ingente è anche la disponibilità di gas naturale e di minerali di ferro, buona parte dei quali sono esportati, mentre la parte rimanente alimenta notevoli impianti siderurgici.
Il Venezuela dispone anche di molte altre risorse minerarie, come bauxite, rame, piombo, oro, argento, diamanti.
A tali risorse ha fatto riscontro una notevole incentivazione dell’industria che conta, oltre a importanti impianti petrolchimici e siderurgici, due stabilimenti per la produzione di alluminio, cementifici, fabbriche per il montaggio di autoveicoli, stabilimenti chimici.
Fino all’ultimo conflitto mondiale, l’economia del paese si fondava sull’agricoltura. Le colture alimentari più diffuse sono quelle del mais, del riso e del sorgo, quindi manioca, ortaggi, frutta (banane, arance, ananas e altra frutta tropicale); tra le colture industriali spiccano quelle della canna da zucchero, della palma da cocco (nella fascia costiera), del caffè, del cacao, e, seppur in misura contenuta, del tabacco. Diffuse sono pure alcune piante tessili, in particolare il cotone e l’agave sisalana.
Notevole è il patrimonio forestale, che offre essenze pregiate come mogano e cedro, piante medicinali e gomma.
Rilevante per l’economia venezuelana è la pesca; praticata, soprattutto nell’isola di Margarita, è la raccolta delle perle.
STORIA
La regione è scoperta da Cristoforo Colombo nel 1498. Nel XVIII sec. la coltivazione del cacao e del caffè arricchiscono il paese, che sale (1777) a rango di capitaneria generale. Nel 1811-1812 Miranda proclama l’indipendenza del Venezuela. Nel periodo dal 1821 al 1830, dopo la vittoria di Carabobo, Bolívar organizza la federazione della Grande Colombia (Venezuela, Colombia e successivamente Ecuador). Ben presto il Venezuela si separa. José Antonio Páez esercita una dittatura militare. Tra il 1858 e il 1870 il paese è scosso dalla guerra civile. Nel periodo dal 1870 al 1887 A. Guzmán Blanco modernizza lo stato e laicizza l’economia.
Dal 1910 al 1935 la lunga dittatura di Juan Vicente Gómez è caratterizzata dallo sviluppo dello sfruttamento del petrolio. Nel 1935-1941, sotto la presidenza di López Contreras, viene intrapreso un processo di democratizzazione. Nel 1948-1958 l’esercito impone il generale Marco Pérez Jiménez come presidente. Il suo successore Romulo Betancourt (1959-1964), consolida le istituzioni democratiche, malgrado l’opposizione dei militari conservatori e della guerriglia castrista. Esso viene sostituito da Raul Leoni, al quale succede Rafael Caldera Rodríguez (1969-1974).
Sotto la presidenza di Carlos Andrés Pérez Rodriguez (1974-1979) l’industria petrolifera viene nazionalizzata. Dal 1979 al 1984 è presidente Herrera Campins. Nel 1984 viene eletto presidente della repubblica Jaime Lusinchi. Nel 1989 C. A. Perez Rodriguez ritorna al potere. Nel 1993, accusato di corruzione, viene destituito. L’anno successivo sale di nuovo al potere R. Caldera Rodriguez che deve far fronte a una grave crisi finanziaria.
SCHEDA
Abitanti 25.730.435 ab. (2006)
Superficie 912.050 km2
Densità 27 ab./km2
Capitale Caracas (1.700.000 ab.)
Governo Repubblica federale presidenziale
Moneta Bolivar
Lingua Spagnolo, lingue amerindie
Religione Cattolica