A nord delle Alpi settentrionali si estendono le Prealpi, dalle quali si trapassa alla regione del Mittelland, o Altopiano Svizzero, tra i laghi di Ginevra e di Costanza, un succedersi di colline, vallate, piccole pianure fino al repentino innalzamento, a nord-ovest della catena del Giura, lungo il confine franco tedesco, dai rilievi relativamente modesti (monti Tendre, 1.679 m e La Dôle, 1.667 m).
I principali bacini fluviali sono il Reno, cui tributano l’Aare, la Reuss, l’Emme, per dirigersi al Mare del Nord; il Rodano che sfocia nel Mediterraneo; il Ticino, affluente del Po, e l’Inn, affluente del Danubio. Reno, Aare, Rodano e Ticino nascono tutti dal San Gottardo e sono caratterizzati da un regime nivale, con piene estive e primaverili.
Numerosi laghi occupano le fosse scavate dai ghiacciai, i maggiori dei quali sono a sud-ovest il lago di Ginevra (parte del quale appartiene alla Francia) e a nord-est il lago di Costanza (ripartito tra Svizzera, Austria e Germania). Altri laghi importanti sono, nel Mittelland, il lago di Zurigo e quello dei Quattro Cantoni; nel Canton Ticino, il lago di Lugano, e nelle vicinanze del Giura, il grande lago di Neuchâtel.
Nonostante il territorio relativamente esiguo, la Svizzera presenta notevoli variazioni climatiche da regione a regione, determinate dall’elevazione dei rilievi, dall’esposizione al sole, dalla presenza dei grandi laghi. Tendenzialmente continentale, esso presenta abbondanti precipitazioni, specie nella zona prealpina e alpina.
La popolazione, in seguito all’industrializzazione degli ultimi decenni, si concentra nelle grandi città, tra le quali le principali sono Berna, la capitale della confederazione, Ginevra, Basilea, Zurigo, Losanna, Lucerna, San Gallo e Winterthur.
La Svizzera è uno dei paesi economicamente più avanzati del mondo, nonostante la mancanza di risorse minerarie e di aree territoriali coltivabili: il suo successo economico è da attribuire al fatto che ha saputo sfruttare al massimo tutte le proprie risorse. Inoltre la stabilità del governo, insieme a una politica estera di neutralità e di non allineamento, ha fornito garanzie tali da determinare l’affluenza nelle banche svizzere di ingenti quantità di denaro estero.
Nel settore agricolo prevale la cerealicoltura, soprattutto frumento, orzo, largamente utilizzato nell’industria della birra, e, nelle zone montane, la segale. Buona è la produzione della patata, che bene si adatta alle asperità del territorio, e la frutticoltura, nel Mittelland. Diffusa è la coltivazione della vite, sulle sponde collinari, che fornisce quantità di vino modeste, ma di buona qualità. Notevole è anche la produzione di legname, anche se l’industria, per salvaguardare il patrimonio ambientale, sfrutta solo in parte il prodotto locale e ricorre spesso all’importazione della materia prima.
Grande rilevanza riveste l’allevamento soprattutto dei bovini, di razze selezionate e allevate con tecniche notevolmente perfezionate: ciò dà vita a un’industria casearia assai prospera (formaggi, latte condensato, farine lattee) e a una non meno rinomata industria dolciaria (famosa per il cioccolato).
Diffusamente praticata è la pesca, che fornisce buone quantità di lucci e coregoni nei laghi, trote nei fiumi alpini, salmone nel Reno.
Modestissime sono le risorse minerarie, ma il paese può contare su un ingentissimo potenziale idroelettrico che ha favorito un’industrializzazione su vasta scala.
Notevoli sono le industrie meccaniche, elettromeccaniche ed elettroniche, quelle che forniscono strumenti di precisione e, soprattutto, orologi, il prodotto svizzero per eccellenza.
Di recente impianto, ma già affermatissima, è l’industria chimica (farmaci, coloranti per l’industria tessile, materie plastiche).
Antica è invece l’industria tessile, soprattutto il settore cotoniero e della seta (Cantoni di Zurigo e di Basilea): rinomati sono anche i merletti e i ricami (San Gallo, Lauterbrunnen).
Una voce fondamentale nell’economia elvetica è costituita dal turismo.
SCHEDA
Abitanti – 7.459.100 ab. (2005)
Superficie – 41.285 km2
Densità – 181 ab./km2
Capitale – Berna
Governo – Repubblica federale parlamentare divisa in 26 stati
Moneta – Franco svizzero
Lingua – Tedesco, francese, italiano, romancio, ladino
Religione Protestante e cattolica
STORIA della SVIZZERA
La regione dell’attuale Svizzera fu occupata nell’antichità dalle genti celtiche degli Elvezi a nord delle Alpi, dei Leponti, degli Insubri a sud e dei Rezi a sud-est. La Rezia fu intensamente romanizzata durante l’Impero (corrisponde grossomodo all’attuale cantone dei Grigioni).
La storia della Svizzera ha inizio il 1° agosto del 1291, quando i rappresentanti delle comunità montane di Uri, Svitto e Untervaldo (detti Cantoni primitivi o Waldstätte) si riunirono sul prato del Rütli, sulle sponde del Lago dei Quattro Cantoni, e stipularono il giuramento di alleanza eterna che costituisce la nascita della Confederazione. Il Patto del Rütli (Patto Federale) costituiva una lega difensiva volta ad estromettere dalle valli gli Asburgo. A Morgarten (1315), Sempach (1386) e Näfels (1388) la fanteria confederata inflisse tre clamorose sconfitte agli Austriaci. Nel contempo nuovi cantoni aderivano alla confederazione: con l’adesione di Lucerna, Zurigo, Glarona, Zugo e Berna si costituisce la cosiddetta Confederazione degli otto cantoni.
Nel corso del XV secolo gli Svizzeri assoggettano i territori di Appenzello, Argovia e Turgovia e ottengono l’alleanza di Ginevra, Vallese, San Gallo e Grigioni. Nel XVI secolo Carlo il Temerario di Borgogna è sconfitto a Grandson e Morat. Adesione di Friburgo e Soletta. Nel 1501 aderisce Basilea. Intanto Uri, con l’aiuto di Untervaldo, passa a sud delle Alpi e conquista la valle settentrionale del fiume Ticino. Nel corso del secolo dilaga anche in Svizzera la Riforma Protestante introdotta da Ulrico Zwingli. Le guerre di religione che infuriano in tutta l’Europa non risparmiano il paese (lo stesso Zwingli muore sul campo di battaglia). Berna conquista il Canton Vaud e vi diffonde il Protestantesimo. E’ nella città di Glarona (capoluogo dell’omonimo cantone) che viene arsa viva l’ultima “strega” in Europa, Anna Goeldi – siamo nel 1782.
Nel 1648 con la Pace di Westfalia viene riconosciuta l’indipendenza della Svizzera nei confronti dell’Impero. Nel 1798 la Svizzera è invasa dalle truppe rivoluzionarie francesi e trasformata in una repubblica unitaria: la Repubblica Elvetica. Non ci sono più cantoni ma solo delle semplici unità amministrative, sul modello dei Départements francesi. Nel 1803 Napoleone fa tornare la Svizzera uno stato confederale tramite l’Atto di Mediazione. Da questo momento non ci sono più territori soggetti ad altri cantoni (i baliaggi); ogni cantone è messo sullo stesso piano degli altri. Nascono così i cantoni Argovia, Grigioni, San Gallo, Turgovia, Ticino, e Vaud. Finita l’era napoleonica, al Congresso di Vienna del 1815 vengono riconosciute internazionalmente le frontiere esterne della Svizzera e quelle interne tra cantoni. Le grandi potenze impongono al Paese la «neutralità armata permanente» per sottrarlo all’influenza francese. Ai 19 cantoni della Mediazione si aggiungono Neuchâtel, Vallese e Ginevra. Il Patto federale (1815-1848) restaura la confederazione di cantoni sovrani, che avevano perso la loro autonomia sotto il dominio napoleonico.
Nel 1847 i cantoni conservatori-cattolici costituiscono una propria lega (Sonderbund). La Guerra del Sonderbund è rapidamente vinta dai cantoni liberali. Nel 1848 entra in vigore una nuova costituzione: la Svizzera, da confederazione di stati, diventa uno stato federale sul modello degli Stati Uniti.
Nel 1979 Il Canton Giura si stacca da Berna e diventa il ventiseiesimo cantone. Nel 1971 in un referendum gli elettori maschi decidono che anche le donne hanno diritto al voto a livello federale. Elisabeth Kopp del Partito radicale è la prima donna eletta ministro. A livello cantonale l’ultimo cantone ad adeguarsi è Appenzello Interno, che introdurrà il suffragio femminile solo nel 1990, per decisione del Tribunale federale.
Nel 1986 in un plebiscito gli elettori rifiutano di entrare nelle Nazioni Unite. Nel 1992 rifiutano di partecipare all’area economica europea. In questa occasione il paese si divide tra la Romandia (Svizzera francese) favorevole a un’integrazione nell’Europa Unita e la Svizzera tedesca e italiana che vogliono mantenere la separazione culturale ed economica dagli “Europei”. Si dice che la Svizzera tedesca tema la Germania e la Svizzera italiana tema l’Italia. Un accordo è invece raggiunto con le maggiori organizzazioni capitalistiche mondiali, la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale.
Nel 1999 Ruth Dreifuss è la prima donna presidente. Dopo una nuova votazione popolare, questa volta con esito positivo, la Confederazione entra ufficialmente nelle Nazioni Unite il 10 settembre 2002.
Negli ultimi anni, la tradizionale reputazione della Svizzera come terra di virtù civile, pace e prosperità è particolarmente scossa da due eventi che segnano profondamente l’immaginario collettivo elvetico.
In seguito ad accuse da parte di organizzazioni ebraiche americane, secondo le quali, beni depositati da cittadini ebrei in banche svizzere, prima e durante la Seconda Guerra Mondiale non sarebbero stati restituiti ai legittimi proprietari, si riaccende una vasta discussione interna sul ruolo della Svizzera nel conflitto (fino a quel momento piuttosto idealizzato in conformità al mito della neutralità elvetica) e sul suo rapporto con il regime nazista tedesco. Alcune colpe vengono ammesse, e due delle maggiori banche del paese patteggiano nel 1998 il pagamento di $1,25 miliardi alle suddette organizzazioni per essere distribuiti alle famiglie delle vittime dell’Olocausto.
A causa di errori di amministrazione e per la sfavorevole congiuntura internazionale, nel 2001 fallisce la compagnia aerea di bandiera Swissair, per decenni orgoglio e simbolo della nazione (era chiamata la “banca volante”). Il grounding del 2 ottobre 2001 è vissuto da tutta la popolazione come un trauma collettivo.
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