CHIANTI, terre doc per ciclisti
Benvenuti nel paradiso dei ciclisti. Un territorio decisamente integro .ricoperto di fitti boschi e vigneti e soprattutto circa 400 chilometri di strade che non conoscono la presenza del traffico. La pace che avvolge questo paradiso talvolta sa di irreale.
Ci troviamo in una zona doc non solo per i vini ma anche per chi viaggia a pedali.
Pedalare nel Chianti ha infatti il sapore esclusivo di una degustazione di vini pregiati perché forse è un modo intelligente di penetrare e conoscere una realtà tanto straordinaria quanto “blindata” da una sorta di astrazione dovuta al fatto che tanti stranieri, già negli anni ’60, trovavano ideali questi luoghi per stabilire le proprie esclusive residenze.
La bicicletta è il mezzo adatto per scardinare questo disumano silenzio e dialogare con la natura e gli uomini che ancora lavorano la terra ignorando la versione inaccessibile e distaccata del Chianti.
Tecnicamente le strade del Chianti alternano dolci saliscendi a pendenze più impegnative ma sempre alla portata di ciclisti mediamente allenati (non si superino mia i 900metri d’altitudine).
L’ambiènte è le strade creano le condizioni giuste per chi pedala a tal punto che questa zona è prossima all’istituzione di un vero e proprio Parco Ciclistico; obiettivo di questo progetto è la salvaguardia e la protezione delle strade bianche, il ripristino di antichi fontini, la creazione di una segnaletica specifica per chi viaggia in bici e una serie di servizi integrati che Vanno dalla ricettività turistica all’assistenza e il noleggio di biciclette.
Al momento i comuni del Chianti Senese (Castellina, Gaiole, Radda e Castelnuovo Berardenga) sono tutti rivolti verso la valorizzazione di questo perfetto ” ciclo-habitat” da scoprire, così come propone l’Associazione promotrice dell’’iniziativa, “in punta di pedale”.
Il parco per i ciclisti è in questo momento il progetto pilota di un programma che coinvolge tutta la provincia di Siena che sta spianando la strada a un turismo ambientale dove la bici sarà protagonista.
PRIMO ITINERARIO: NELLE TERRE DI SIENA
Punto di partenza e arrivo: Radda in Chianti
Lunghezza: km 60
Dislivello: 620 m.
Tipo di strada: asfaltata
Difficoltà: medio -impegnativo
Si parte dal centro di Radda in Chianti in direzione di Castellina pedalando per circa 10 km su un tracciato leggermente ondulato.
Raggiunto il centro di Castellina si imbocca la S.S. 222 verso Siena. La strada scende costantemente per alcuni chilometri circondata da boschi e vigneti; dopo una breve ma impegnativa salita fino a Quercegrossa si prosegue su un tratto ondulato fino a Siena. Si pedala verso il centro città seguendo le indicazioni per la stazione ferroviaria e poi per Roma.
In località Madonnina Rossa (periferia di Siena) inizia la S.S. 408, un tracciato ondulato senza particolari pendenze che in 10 km ci conduce a Pianella; da segnalare a Ponte a Bozzone una deviazione sulla sinistra per la bellissima Certosa di Pontignano.
Dopo Pianella, oltrepassato il fiume Arbia, si pedala in scioltezza lungo il fondovalle costeggiando Il corso d’acqua; nel punto in cui il torrente Massellone confluisce nell’Arbia, lasciamo la statale per cominciare una impegnativa salita che si arrampica a San Sano; oltre il paese si prosegue alla volta di lecchi, adagiato ai piedi del Castello di Monteluco che domina la vallata del Massellone. La strada continua in costante salita attraversando una zona ricca di testimonianze storiche e architettoniche: si passa prima per Ama con la sua chiesa a navata unica, Andine, piccolo borgo rurale ben conservato e poi, in fondo ad una discesa, San Giusto in Salcio con la sua pieve romanica. Mancano un paio di chilometri per tornare (in salita) a Radda, punto di partenza e arrivo del giro.
SECONDO ITINERARIO: LA VIA DI BETTINO RICASOLI, IL “BARONE DI FERRO”
Punto di partenza e arrivo: Gaiole in Chianti
lunghezza: km 39
Dislivello: 450 m
Tipo di strada: asfaltata
Difficoltà: medio -bassa
Si parte da Gaiole percorrendo la S.S. 408 in direzione di Siena; superati il bivio di Molinlungo e Quello successivo sulla nostra sinistra per Brolio, si trova l’indicazione per il Castello di Tornano, austero cassero che domina la vallata del torrente Massellone.
La S.S. 408 continua prima in leggera discesa e poi, dopo aver incontrato il fiume Arbia, lungo il fondovalle fino Quasi al centro abitato di Pianella; prima del ponte sul fiume si segue l’indicazione per Castelnuovo Berardenga. La strada inizia subito a salire e dopo un paio di chilometri si prende un tracciato sulla sinistra che conduce, non senza difficoltà, prima a Bossi, importante fattoria immersa tra vigneti e oliveti, e poi a San Felice.
Dopo una breve discesa incontriamo la S.S. 484 dove pieghiamo a sinistra in direzione di Gaiole pedalando immersi nel bosco in costante salita per circa 3 km. Dove la strada diviene pianeggiante una deviazione a sinistra porta all’imponente Castello di Brolio. Tornati sulla S.S. 484 si lasciano sulla sinistra le moderne cantine Ricasoli proseguendo fino al termine della piacevole discesa e facendo attenzione ad imboccare una brusca deviazione sulla destra verso Castagnoli (3 km di salita) passando per San Martino al Vento; da Castagnoli sr prosegue sulla panoramica discesa verso la S.S. 408 passando per il piccolo borgo di Rientine e il Castello di Meleto, oggi importante fattoria.
In fondo alla discesa si imbocca la S.S. 408 che torna a Gaiole.
TERZO ITINERARIO: NEI TERRITORI DELLA BERARDENGA
Punto di partenza e arrivo: Castelnuovo Berardenga
Lunghezza: km 27
Dislivello: 520 m
Tipo di strada: prevalentemente sterrata
Difficoltà: media
Si comincia a pedalare in direzione di San Gusmè sulla S.S. 484; dopo circa 1 km si piega a destra su un tracciato sterrato che oltrepassa il fiume Ombrone e raggiunge la loc. Casalbosco (3 km).
La strada si fa più ampia e si comincia a pedalare nel bosco per altri 3 km fino ad uscirne nei pressi di alcuni casolari abitati; da qui il tracciato è segnalato come SC 2.
Una ripida discesa porta a Badia Berardenga, costruzione fortificata e attualmente fattoria.
Si prosegue ancora in discesa fino a toccare la S.S. 540 che seguiamo in direzione Ambra per circa 1 km fino a una deviazione sulla sinistra verso il Monastero d’Ombrone, antico castello medievale attualmente recuperato a fini turistici.
La strada, segnalata come SC 1, è nuovamente sterrata e sale dolcemente al Castello di Montalto di cui restano visibili alcuni tratti di cinta muraria.
Appena prima di entrare nel piccolo borgo, oggi agriturismo, una strada sulla sinistra, in discesa, costeggia le mura; ad una prima biforcazione si tiene la destra, sempre in mezzo al bosco, fino ad incontrare nuovamente la 55 540 che va seguita per circa 2 km in direzione di Ambra.
Raggiunta l’indicazione per Montebenichi si lascia la strada principale e si gira a sinistra sulla via asfaltata che parte subito in salita. Oltrepassata la fattoria La Selva si prosegue in costante e pedalabile ascesa lungo un crinale che regala ampie veduta sul Chianti a cavallo tra le province di Siena e Arezzo. Poco prima di Montebenichi, ben visibile sul poggio di fronte a noi ad appena 1 km di distanza, all’altezza di un incrocio, si lascia l’asfalto imboccando una discesa sterrata con molte curve dalla ripida pendenza che raggiunge il torrente Rigo; da qui inizia il tratto più impegnativo che attraversa un fitto bosco solcato da numerosi ruscelli (all’inizio della salita sulla destra è visibile una sorgente).
Superato un dislivello di circa 100 metri si raggiunge l’imponente Villa Arceno, oggi azienda agricola. Ancora 2 km su strada bianca fino alla S.S. 484 in vista di Castelnuovo Berardenga.
Chiànti – Regione della Toscana tra l’Arno e l’Ombrone a nord di Siena; delimitata dalle colline del Chianti a est, passata dal XIII sec. sotto la giurisdizione di Firenze. La regione, parzialmente boscosa, ha nell’agricoltura (coltivazione di uva, olive e cereali), nella produzione vinicola, nella produzione dell’olio d’oliva e nel turismo (agriturismo, presenza di numerosi borghi e villaggi, tra cui si ricordano Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti e Castelnuovo Berardenga) le principali risorse economiche. Antica e rinomata la produzione vinicola: famoso il vino rosso omonimo (a denominazione di origine controllata già dal 1929), ottenuto dalla lavorazione di uve malvasia, canaiolo e sangiovese.