AUGUSTA
Secondo alcune fonti Augusta fu fondata dall’imperatore Augusto nel 42 a.C.. Ma fu Federico II di Svevia a renderla una città strategica nel corso del suo primo viaggio in Sicilia. Di quel periodo Augusta conserva la sua conformazione urbanistica a scacchiera e l’ampia mole del Castello Svevo, trasformato dai Borboni in carcere alla fine del XIX secolo, funzione che ha avuto sino agli anni ’70. Augusta divenne importante porto militare nel periodo aragonese e nel 1571 ospitò la flotta cristiana che avrebbe affrontato i Turchi a Lepanto. Ha rivestito un ruolo strategico nel controllo delle rotte del Mediterraneo anche nel corso della Seconda guerra mondiale. Ancora oggi Augusta è un’importante base della Marina militare.
L’ingresso della parte più antica della città è segnato dalla Porta Spagnola, costruita nel 1681. A Sud la città si affaccia sulla Rada di Augusta, racchiusa da un’ampia diga foranea. Spiccano nel porto le fortificazioni spagnole della città, i forti Garcia e Vittoria (realizzati verso la metà del Cinquecento) e il forte Avalos, eretto nel 1569. Nel centro storico la chiesa della Anime Sante (XVII secolo); San Giuseppe; l’Annunziata; il convento e la chiesa dei Domenicani (XVI secolo su una pianta duecentesca); la chiesa Madre, costruita a partire dal 1644, riedificata dopo il terremoto del 1693 per essere completata nel 1769. Infine, il palazzo del municipio (1699) che presenta sul frontespizio un’aquila imperiale sveva ed una meridiana costruita per ricordare l’eclissi totale del 1870.
BRUCOLI ED AGNONE
Brucoli, borgo marinaro caratterizzato da un suggestivo fiordo, sorge intorno al suo castello, una torre quadrata con quattro torrette agli angoli costruito tra il 1462 e il 1467 dal governatore della Camera Reginale Giovanni Cabastida. Lungo la costa, sulla quale fu costruito il più antico insediamento urbano della zona, il villaggio preistorico di Trotylon, a Cozzo Gisira. Su un antico oratorio rupestre del III secolo d.C. è costruito l’eremo di Santa Maria dell’Adonai. Più a Nord Agnone Bagni, altra località balneare “condivisa” con Lentini. Di grande suggestione è il panorama sul golfo di Catania, che ispirò anche Goethe nel suo grand tour siciliano. A Punta Castelluccio insediamenti preistorici, da visitare la federiciana basilica del Murgo.
MEGARA HYBLAEA
La fondazione di Magara Hyblaea, una delle più antiche colonie greche in Sicilia, viene fatta risalire al 729 a.C. ad opera di cittadini della città di Megara. Tucidide racconta che la città di Megara Hyblaea dominò nell’area per 245 anni prima della sua distruzione avvenuta nel 483 da parte di Gelone, tiranno dell’altra potenza locale, Siracusa. Nel corso della seconda guerra punica, nel 213, la città, divenuta avamposto dei cartaginesi, cadde nelle mani del console Marcello, che la saccheggiò e la distrusse.
Oggi il sito archeologico è caratterizzato dalla sovrapposizione di due città: quella ellenistica e quella arcaica. Le campagne di scavo anno riportato alla luce i resti della fortezza ellenistica, con le imponenti mura, torri e la grande porta urbica risalente al III secolo. All’interno delle mura, l’agorà, alcune abitazioni di età ellenistica (caratteristici i resti delle botteghe ed i cortili). Confuso tra le rovine è anche emerso lo stoà di epoca arcaica accanto a un santuario ellenistico; i resti di templi re IV secolo e una palestra di età ellenistica e i bagni pubblici, con delle singolari iscrizioni a mosaico.
LENTINI
Come capitò ad altri centri della Sicilia sudorientale dopo il disastroso terremoto del 9 ed 11 gennaio 1693, gli abitanti della antica Leontinoi, rasa al suolo dal sisma, ricostruirono la città nella valle di San Mauro, sulle ultime propaggini dei monti Iblei. Il centro storico di Lentini, così, risulta di aspetto settecentesco. In piazza Dante, la chiesa della Santissima Trinità e San Mareiano col monastero delle Clarisse. Nelle vicinanze la chiesa della Fontana, che prende il nome da un’acquasantiera romanica decorata con figure allegoriche. Nella chiesa Madre, dedicata a Sant’Alfio patrono della città insieme ai fratelli Filadelfo e Cirino l’ipogeo del III secolo d.C. con quelle che si ritengono le spoglie dei tre martiri.
IL BIVIERE – LENTINI
Creato nel 1300 con lo sbarramento a valle del torrente Trigona, il biviere di Lentini, che nei periodi di piena ricopre circa 12 chilometri quadrati d’estensione, è il più vasto lago artificiale della zona della piana di Catania, caratterizzata da questo particolare tipo di palude causato dall’apporto non regolare dei torrenti. Oggetto di una serie di interventi di bonifica tra le due guerre mondiali, oggi il Biviere è una zona umida che rappresenta da una parte un serbatoio idrico a servizio del polo petrolchimico e dall’altra una risorsa naturale da valorizzare ai fini turistico-naturalistici. In corso interventi in questo senso, che puntano anche al ripopolamento faunistico di un’area che insieme ad altre zone umide della provincia di Siracusa (le saline di Priolo, la riserva del Ciane a Siracusa) è di passaggio per gli uccelli migratori nelle loro rotte dall’Europa all’Africa.
CARLENTINI
Fondata nel 1551 su un colle che domina la piana di Catania, Carlentini fu concepita dal vicerè spagnolo Giovanni de Vega come rifugio per gli abitanti dell’antica Lentini sottoposti in quegli anni alle incursioni dei turchi ma anche decimati alla malaria causata dalla vicinanza del Biviere. Deve il suo nome all’imperatore Carlo V e alla sua filiazione da Lentini. Come molte altre città della Val di Noto, anche Carlentini fu quasi completamente distrutta dal terremoto del 1693. Conserva, tuttavia, la pianta a scacchiera tipica degli antichi borghi siciliani di fondazione signorile, comune in altri centri della provincia di Siracusa (Floridia, Solarino, Priolo) organizzata sull’asse longitudinale di via Cavour e piazza Diaz. Lo sviluppo urbanistico degli ultimi anni ha portato il paese ad allargarsi sino a fondersi con Lentini. Inconsueto il campanile della chiesa Madre, dedicata all’Immacolata, ricostruita pochi anni dopo il terremoto del 1693, alto 34 metri.
ZONA ARCHEOLOGICA -CARLENTINI
In una zona abitata sin dai tempi dei Siculi, che nella fertile piana attraversata dal fiume San Leonardo (dall’antico nome di Terias) Leontinoi fu fondata nel 729 a.C. dall’ecista Toukles, capo degli abitanti di Naxos Calcidese, che sbarcarono sulla costa siciliana cinque anni dopo la fondazione di Siracusa. La presenza dei Siculi, “cacciati con le armi”, è testimoniata dal ritrovamento negli scavi archeologici della città greca di un antico insediamento risalente all’età del Ferro. Il nome di Leontinoi (che poi è passato alla moderna Lentini) deriverebbe dal mito del leone Nemeo ucciso in una delle sue fatiche da Ercole proprio da quelle parti, come ricorda Diodoro siculo. Che parla del culto punico-fenicio che individuerebbe proprio Ercole come divinità del luogo.
GLI SCAVI ARCHEOLOGICI – CARLENTINI
Il più antico insediamento greco occupava il colle San Mauro, ma l’espansione urbanistica di Leontinoi, una sub colonia che ben presto assurse a potenza locale, portò la città a occupare la valle di San Mauro ed anche il colle di Metapiccola. L’agorà della città greca fondata da Toukles era nella parte settentrionale della valle, solcata dal torrente Sant’Eligio, che aveva il nome di Lixos. Oggi l’antica Leontinoi è racchiusa in un parco archeologico di notevoli dimensioni. Nell’area del parco ricadono la cinta muraria dell’acropoli e un’altra nella parte più bassa, con la porta meridionale, detta Siracusana. Sulla Metapiccola gli scavi hanno riportato alla luce anche i resti di un villaggio preistorico identificato con l’antica Xouthia. Poco distante, sul colle Castellaccio, le vestigia di una fortificazione di epoca sveva.
FRANCOFONTE
Francofonte contende ad altre cittadine della piana di Catania il titolo di capitale del tarocco. Circondata da imponenti aranceti, le origini di Francofonte vengono individuate nell’antica città di Hydia, di cui parla Tolomeo, come posta tra Sergention e Leontinoi. In effetti ruderi di un vecchio castello circolare e di una torre sono stati individuati a poca distanza dall’attuale centro abitato, in contrada Iadera. Piazza Garibaldi è il nucleo centrale del paese, impreziosito dal settecentesco palazzo Palagonia, conosciuto anche come palazzo del Marchese, attualmente sede del Municipio, oltre che dalla facciata della chiesa Madre. Il palazzo, considerato uno dei maggiori esempi di edifici civili barocchi nel Siracusano, fu costruito sull’area orientale di un castello dei Chiaramonte risalente alla seconda metà del Trecento.