TRAPANI (Sicilia) – Città siciliana (67.923 ab., CAP 91100, TEL. 0923) capoluogo della provincia omonima. Il comune si estende per 271,92 km2 su di un promontorio nella parte sudoccidentale dell’isola. La posizione sul mare ne fa un attivo porto peschereccio e consente l’estrazione del sale. Importante mercato agricolo e del bestiame, ha industrie delle paste alimentari, di lavorazione del pesce, enologiche, vetrarie, meccaniche, del corallo, tessili e del legno. Venne fondata dai sicani, poi fu conquistata dai cartaginesi che ne fecero una base navale (Drépanon). Dopo lunghi attacchi i romani riuscirono a battere i cartaginesi e occuparono la città nel 241 a. C. I monumenti risalgono soprattutto al periodo medievale (chiesa di Sant’Agostino, dell’Annunciata, di San Domenico) e barocco (palazzo Municipale, chiesa del Collegio, cattedrale).
Provincia di Trapani
La provincia si estende per 2.462 km2 e conta con i suoi 24 comuni 441.000 ab. per una densità abitativa di 179 ab./km2. Comprende l’estremità occidentale della Sicilia, con un territorio che va dal golfo di Castellammare fino al tratto inferiore del fiume Belice. Si presenta montuosa internamente, con tratti pianeggianti in prossimità della costa, al largo della quale si trovano le isole Egadi. Sono coltivati soprattutto viti, olivi e agrumi. È diffuso l’allevamento ovino e caprino. I ricchi fondali incrementano l’attività peschereccia. Numerose le saline. Presenti a Castelvetrano giacimenti di metano. Un’altra grande risorsa economica è rappresentata dal turismo balneare. Oltre al capoluogo le principali cittadine sono Mazara del Vallo, Marsala, Alcamo ed Erice.
ITINERARIO DEL SALE
Itinerario nominato al Gran Premio Europeo Turismo e Ambiente
Trapani, l’antica Drepanon, si protende verso il Mediterraneo con la sua forma di falce alla cui estrema punta si erge maestosa la Torre di Ligny, torre di avvistamento edificata nel 1761, oggi sede del Museo di Preistoria. Il mare, la più adatta chiave di lettura per conoscere Trapani è ancora oggi fonte di vita con l’attività della pesca ed è stato in passato fonte di ricchezza con la pesca del corallo.
I grandi maestri corallai trapanesi, fin dalla dalla seconda metà del ‘500, con le loro preziose i opere hanno reso famosa la città.
Oggi, nelle nuove botteghe dei giovani corallai, si sta riportando linfa ad una forma di artigianato prezioso e creativo, recuperando un’ arte antica che sembrava dimenticata.
Una bellissima collezione di opere in corallo viene conservata nel Museo Pepoli, sito nell’antico convento dei Carmelitani adiacente il Santuario dell’Annunziata, dove è possibile ammirare la statua marmorea della Madonna di Trapani risalente al XIV secolo.
Percorrendo le strade del centro storico si ha la percezione delle varie stratificazioni culturali che hanno lasciato segni indelebili nel tessuto urbano, architettonico e monumentale della città.
Basta citare il quartiere ebraico, con il Palazzo della Giudecca, il quartiere Casalicchio che con il suo labirinto di stradine, di richiamo arabeggiante, è il nucleo più antico della città, il palazzo Cavarretta, antica sede del Senato trapanese, il palazzo Riccio di S.Gioacchino, la Chiesa ed il Collegio dei Gesuiti, la Cattedrale di S.Lorenzo, al cui interno è conservato una Crocifissione attribuita al pittore fiammingo Van Dyck, la Chiesa di Santa Maria del Gesù, che accoglie una Madonna con Bambino di Andrea della Robbia.
Ed ancora, la Chiesa del Purgatorio, con la facciata progettata dall’ Architetto G.B. Amico, dove sono custoditi i venti gruppi sacri dei Misteri di Trapani che ogni anno, il Venerdì Santo, rinnovano la passione e la morte di Gesù Cristo in una imponente processione che percorre, per 24 ore consecutive, le strade del centro storico.
Quelle strade che tutte conducono verso il mare, verso il tipico mercato del pesce, verso le mura di tramontana, verso il porto protetto dal mare dal Castello della Colombaia. Seguendo questo itinerario, si è accompagnati dagli aromi della tipica cucina trapanese, cucina dai forti sapori e dagli odori speziati la cui pietanza più caratteristica è il couscous con la zuppa di pesce, piatto di origine araba.
Ed è ancora il mare, che attraverso le saline consente di cogliere un altro aspetto caratteristico di Trapani e di tutta la costa fino a Marsala.
Le saline e la coltivazione del sale, in questa area in cui il mare si confonde con la hanno determinato nel corso di secoli un unicum ambientali e e paesaggistico di grande valenza culturale, antropologica ed economica. L’itinerario, denominato la ‘-‘Via del Sale” con i suoi tanti mulini, cinque dei quali recentemente restaurati, i cumuli di sale ricoperti di tegole di terracotta ed il Museo del sale a Nubia nel territorio di Paceco, ricade nelle Riserve delle Saline di Trapani e Paceco e dello Stagnone di Marsala nella
cui basse e tiepide acque si può osservare una varietà di uccelli acquatici (anitre selvatiche, aironi), e in primavera, una incredibile sfolgorante fioritura che addobba come festoni multicolori le terre che affiorano.
Qui emerge Mozia, quaranta ettari di storia sospesi sul mare che, insieme all’Isola Lofiga, a quella di S,Maria e della Schola, formano le isole dello Stagnone. la più grande laguna della Sicilia, annoverata tra le “zone umide” più importanti d’Europa.
Insediamento fenicio-punico tra i più importanti del Mediterraneo, “isola divenne un sito è strategico per la sua vicinanza alla potente Cartagine.
Mozia, la cui fondazione viene storicamente collocata intorno al VIII sec. a.C. , torna alla luce soltanto a seguito degli scavi condotti ad opera di Giuseppe Whitaker, ricco mercante, il quale nel 1875 iniziò sull’isola una prima campagna di scavi, rinvenendo numerosi reperti fenici, oggi conservati nella Villa Whitaker, sull’isola, divenuta museo.
Tra essi il Giovinetto di Mozia del V sec. una delle scoperte archeologiche più rilevanti degli ultimi anni, recentemente esposto nella grande mostra sui Fenici tenutasi a Venezia e la maschera, grottesca e arcigna, dell’uomo ridente.
Sul lato sud dell’isola si apre l’insediamento artificiale del Cothon, bacino rettangolare di piccole dimensioni, un porto, o forse un bacino di carenaggio. Vicino al museo si trovano i resti di un edificio, la Casa dei Mosaici, con pavimentazioni raffiguranti animali reali e immaginari.
Uno dei luoghi più suggestivi è il Tophet, insieme di stele scolpite in pietra dove si offrivano sacrifici sull’altare di Tanit, dea della vita e della morte, del mare e della fecondità.
Una strada sommersa, ancora esistente e visibile dall’ alto, utilizzata anche di recente con carretti trainati da muli, la collega alla costa.
La distruzione di Mozia nel 379 a.C. ad opera del tiranno siracusano Dionisio il Vecchio, costrinse gli abitanti a spingersi fino a Capo Boeo, promontorio all’estremo occidentale della Sicilia dove fondarono l’antica Lilybeo, l’odierna Marsala, ricca di testimonianze puniche, romane, normanne, arabe e spagnole, tra le quali sono di particolare interesse la necropoli di età punica, la Villa Romana con i suoi stupendi mosaici, il Battistero cristiano del V secolo e i resti della cinta muraria fatta edificare da Ruggero I. Chi visita la città di Marsala non può trascurare il Duomo, edificato sul preesistente Castello Normanno, che accoglie opere del Gagini e otto preziosissimi arazzi fiamminghi del ‘500, il Museo Archeologico del Baglio Anselmi dove si trova l’eccezionale reperto di archeologia marina della Nave punica del Il sec. a.C. , gli stabilimenti del
vino Marsala, famoso nel mondo e i Bagli.
Queste tipiche costruzioni rurali, presenti su tutto il territorio trapanese, in particolare a Marsala, furono edificate nel XVIII secolo proprio per la lavorazione ed il deposito dei
vini, per volontà dell’inglese Woodhouse. Anche la storia di Petrosino, centro vitivinicolo a pochi chilometri da Marsala, le cui origini risalgono al 1632, è legata al nome
Woodhouse, il cui stemma, riportato sul portale del Baglio omonimo, è divenuto simbolo della città.