che cosa è?
E’ una malattia provocata da un parassita (l’ameba) che può dare manifestazioni cliniche intestinali o extraintestinali.
L’infezione da ameba è diffusa in tutto il mondo, più frequentemente nei Paesi tropicali e sub-tropicali, ed è favorita dai climi caldo-umidi e da condizioni igienico ambientali scadenti.
come si manifesta?
La maggior parte delle infezioni da ameba decorre senza sintomi ma, quando la malattia si manifesta, dopo un periodo di incubazione (periodo durante il quale la persona è già stata infettata ma non ha ancora manifestato i sintomi della malattia) che di solito dura 2-4 settimane, si ha generalmente una diarrea acuta. Si possono avere anche manifestazioni più gravi con febbre, brividi e diarrea sanguinolenta o mucoide o manifestazioni extraintestinali quali l’ascesso epatico.
cosa fare quando ci si ammala?
Nel caso che si manifestino sintomi sospetti (diarrea, dolori addominali, febbre, disturbi epatici) è necessario rivolgersi immediatamente ad un medico o ad una struttura ospedaliera per effettuare, quanto prima, gli esami di laboratorio per la conferma della diagnosi e la necessaria terapia.Nell’assistenza a pazienti affetti da amebiasi debbono essere adottate precauzioni per evitare il contatto diretto o indiretto con le feci o con oggetti da queste contaminate; è indicato l’uso di guanti e di indumenti protettivi. Gli oggetti sporcati dalle feci e la biancheria devono essere disinfettati e lavati a temperature superiori a 60 °C.
Le persone colpite da amebiasi debbono essere allontanate dalle attività che comportino la manipolazione o distribuzione di alimenti, l’assistenza sanitaria e quella all’infanzia fino a completamento della terapia farmacologica appropriata e alla dimostrazione di assenza di cisti amebiche nelle feci.
Le persone che sono state a contatto con un paziente affetto da amebiasi, in particolare i conviventi (persone che sono state a contatto con un soggetto infetto, in modo da poter essere state esposte alla infezione), vanno sottoposte a controllo sanitario per la ricerca di altri casi di infezione e della fonte di esposizione, con particolare riguardo a storie di viaggi in aree dove la malattia è sempre presente, e alle abitudini personali ed alimentari; tali soggetti vanno allontanati dalle attività che comportino la manipolazione o distribuzione di alimenti, l’assistenza sanitaria e quella all’infanzia in caso di positività dell’esame delle feci per presenza di cisti amebiche.
Il trattamento specifico dell’infezione amebica si basa sulla somministrazione di farmaci antiparassitari da assumere sempre su prescrizione e sotto controllo medico. Per i casi di amebiasi extraintestinale e di ascessi amebici può essere indicata la terapia chirurgica.
come si trasmette?
La trasmissione dell’amebiasi avviene soprattutto in seguito all’ingestione di acqua o di alimenti (particolarmente frutta e verdura) contaminati da materiale fecale in cui siano presenti cisti amebiche. Il contagio diretto da uomo a uomo, attraverso contatto con mani sporche, è raro ma possibile. E’ possibile anche la trasmissione per via sessuale, in seguito a contatti orali-anali o oro-genitali. L’uomo, malato o asintomatico, è l’unica sorgente di infezione.
chi è a rischio?
Chiunque, trovandosi in un’area geografica dove la malattia è sempre presente, e/o si presenti in forma epidemica, non osservi scrupolose regole igieniche personali e nell’alimentazione.
esiste una vaccinazione?
Non esistono vaccini nei confronti dell’amebiasi.
come si previene?
Come per tutte le malattie a trasmissione fecale-orale, lo scrupoloso rispetto di elementari norme igieniche è fondamentale, a livello individuale, per la prevenzione dell’amebiasi (vedi le “Regole d’oro”). La disinfezione dell’acqua, in caso di rischio di amebiasi, può quindi essere effettuata mediante bollitura, oppure aggiungendo all’acqua filtrata 32 gocce di tintura di iodio al 2% per litro. La soluzione così ottenuta deve essere lasciata riposare per almeno 30 minuti-un’ora prima dell’utilizzazione. La tintura di iodio, a scopo di disinfezione, va utilizzata con cautela da parte di persone con problemi tiroidei.