che cosa è?
E’ una malattia provocata da batteri appartenenti al genere Shigella che può presentarsi con quadri clinici di gravità variabile. Nei casi non trattati la letalità dovuta a tale malattia può arrivare al 10-20%.
Si tratta di germi molto sensibili all’azione dei comuni disinfettanti e dei detergenti, ma che nell’ambiente esterno possono presentare gradi variabili di resistenza, soprattutto quando sono contenuti in materiale organico.
come si manifesta?
L’infezione, dopo un periodo di incubazione che può variare da un minimo di 12 ore ad un massimo di 96 ore, ma che abitualmente è di 1-3 giorni, causa una dissenteria bacillare caratterizzata da diarrea, febbre, nausea, dolori addominali, tenesmo (spasmo doloroso dell’ano con stimolo impellente alla defecazione). Nei casi tipici, le feci contengono sangue, muco e pus.
periodo di contagiosità
La contagiosità è legata alla presenza di tali germi nelle feci; i pazienti sono quindi infettanti durante l’infezione acuta e per circa 4 settimane dopo la guarigione. In qualche caso l’eliminazione dei germi può continuare per anni dopo l’episodio dissenterico iniziale, con l’instaurazione di uno stato di portatore cronico (soggetto che ha superato la malattia ma che continua ad ospitare tali germi e ad eliminarli).
come si trasmette ?
Come i vibrioni del colera e le salmonelle del tifo, le Shigelle vengono trasmesse per via fecale-orale; la dissenteria può quindi essere contratta in seguito all’ingestione di acqua o di alimenti contaminati da materiale fecale di individui infetti (malati o portatori sani o convalescenti) o all’impiego di utensili contaminati. I molluschi, i crostacei e gli altri prodotti della pesca consumati crudi sono particolarmente pericolosi, ma anche il latte non pastorizzato e le verdure possono fungere da veicoli dell’infezione. Gli insetti, in particolar modo le mosche, possono trasmettere meccanicamente questi ed altri germi patogeni, trasportandoli da materiali contaminati su cibi ed oggetti, comportandosi, quindi, come vettori passivi di infezione. L’uomo, malato o portatore, rappresenta l’unica sorgente di infezione.
come si previene?
Come per tutte le malattie a trasmissione fecale-orale, lo scrupoloso rispetto di elementari norme igieniche è fondamentale, a livello individuale, per la prevenzione della dissenteria bacillare e delle altre forme di shigellosi (vedi le “Regole d’oro”); in particolare modo, le mani debbono essere sempre accuratamente lavate, con acqua e sapone, dopo avere usato i servizi igienici o dopo l’assistenza a pazienti affetti da tale malattia, utilizzando anche spazzolini per pulire le unghie e asciugamani individuali o di carta; nel caso della shigellosi, infatti, l’infezione può manifestarsi anche in seguito all’ingestione di cariche infettanti minime.
Le Shigelle sono sensibili all’azione dei comuni detergenti e disinfettanti (vedi “preparazione disinfettanti uso domestico”).
esiste una vaccinazione?
Non è ancora disponibile alcun vaccino nei confronti della dissenteria bacillare. I tentativi di allestire vaccini orali non hanno finora fornito i risultati sperati.
cosa fare in caso di malattia?
Nel caso si manifestino sintomi di dissenteria è necessario ricorrere immediatamente ad un medico o ad una struttura ospedaliera per potere effettuare, quanto prima, gli esami di laboratorio per la conferma della diagnosi e la necessaria terapia.
Nell’assistenza a pazienti affetti da dissenteria debbono essere adottate precauzioni per evitare il contatto diretto o indiretto con le feci o con oggetti da queste sporcate: è quindi indicato l’uso di guanti e di indumenti protettivi. Le feci e gli oggetti da esse contaminati debbono essere disinfettati ed è necessaria una accurata puliziadella stanza di degenza del paziente.
I pazienti debbono astenersi dalle attività che comportino manipolazione di alimenti o dall’assistenza sanitaria e all’infanzia fino a che gli esami di laboratorio eseguiti sulle feci abbiano escluso la presenza di Shigelle.
Le persone che sono state a contatto con un paziente affetto da dissenteria, in particolare i conviventi, vanno sottoposte a controllo sanitario per almeno 7 giorni dall’ultimo contatto con il paziente; queste vanno inoltre sottoposte ad esami di laboratorio di controllo (coprocoltura), qualora siano impegnate in attività che comportino manipolazione di alimenti o assistenza sanitaria e all’infanzia, oppure nelle situazioni in cui sia verosimile un alto rischio di trasmissione.
I conviventi ed i contatti debbono essere istruiti sulla necessità dell’accurato lavaggio delle mani, con utilizzazione di spazzolini per pulire le unghie e asciugamani individuali o di carta, dopo l’uso dei servizi igienici e prima della manipolazione di alimenti o della cura di malati e bambini.
In caso di vomito e diarrea profusa, in attesa dell’intervento del medico e del trattamento in ambiente ospedaliero, può essere somministrata al paziente una soluzione reidratante che è possibile preparare in casa (vedi “preparazione disinfettanti uso domestico”).
I farmaci vanno assunti sempre dietro prescrizione medica: è opportuno però ricordare che i farmaci antidiarroici che inibiscono la motilità intestinale sono controindicati perché possono prolungare il decorso della malattia.